Il compito della Scuola e delle istituzioni difronte all’educazione militare.
7 MAGGIO 2024 – Biblioteca Comunale Bagno a Ripoli
Il 7 maggio 2024 Il Centro Studi di Educazione alla Socialità Marcello Trentanove ha
organizzato un incontro per discutere del fenomeno della militarizzazione della scuola in
corso negli ultimi anni, riprendendo il titolo dall’interessante libro di Antonio Mazzeo “La
scuola va alla guerra”.
Durante l’incontro si è cercato di approfondire quali sono le conseguenze di tale
militarizzazione, e si è discusso anche della situazione in atto presso la scuola media F.
Redi, dove, il Comune ha concesso l’uso dei locali per lo svolgimento dei corsi di
ginnastica dinamica militare, nonostante il parere negativo del Consiglio d’Istituto.
Beniamino Deidda, presidente del Centro Studi Marcello Trentanove, ha comunicato
l’assenza della professoressa Gentilini che era stata invitata ad intervenire all’incontro e ha
dato lettura del messaggio con il quale la stessa annunciava la sua assenza, motivandola
col timore che l’incontro venisse strumentalizzato da parte del presidente del Centro,
candidato alle prossime elezioni comunali. Quest’ultimo ha affermato che è offensivo
pensare che lui potesse strumentalizzare l’evento ai fini elettorali e che la professoressa
Gentilini ha perso un’occasione importante di dare il suo contributo, su un tema così
delicato, relativo alla formazione civile di giovani e adulti.
Deidda ha ricordato l’impegno del Centro Studi Marcello Trentanove, che da oltre un anno
ha messo in atto alcune azioni per trovare una soluzione alla situazione che si è creata fra
il Comune e la scuola Redi, anche attraverso un dialogo con gli assessori comunali
competenti, che, però, non è stato possibile e i corsi di ginnastica dinamica militare
proseguiranno ormai fino a giugno.
Ha infine, ribadito che gli spazi scolastici sono luoghi di pace e di accoglienza che
contrastano con la pratica militaresca.
Maria Luisa Rainaldi, Preside della scuola F. Redi si è detta preoccupata del fenomeno
della militarizzazione nella scuola che, secondo lei, è stato favorito in parte anche
dall’istituto dell’alternanza scuola-lavoro che può essere svolto anche presso alcune
strutture militari. Ha ribadito che il compito della scuola è quello di formare dei cittadini
responsabili e non sudditi obbedienti e della necessità di mettere in guardia i ragazzi sul
fatto che la filosofia militare può provocare guerra e morte. Ha poi sottolineato che è
importante non lasciarsi influenzare dal conformismo bellicista, per non correre i rischi di
sottovalutare le conseguenze di un tale modo di pensare omologato.
Per quanto riguarda la situazione che si è creata presso la scuola Redi chiarisce che deve
essere difesa la sfera di autonomia degli organi scolastici; che non c’è nessun pregiudizio
sulla ginnastica dinamica militare, ma soltanto l’esigenza di rispettare la decisione del
Consiglio d’Istituto, cosa che il Comune continua a non fare.
Gianfranco Staccioli ha ribadito che l’autonomia scolastica deve essere una modalità
relazionale e sociale. Ha poi affermato che non è corretto connotare l’educazione e parlare
quindi di educazione militare, di educazione fisica, ecc. Si deve parlare soltanto di
educazione, c’è una sola educazione nella scuola e suddividerla in varie tipologie non è
efficace. Ha citato De Failly, quando afferma che l’educazione è in ogni momento.
I principi per educare bene sono: il rispetto reciproco, negare ogni tipo di violenza, la
cooperazione e la solidarietà. La cooperazione non trova posto nelle attività motorie che
sono volte alla competizione. Sviluppare l’idea della cooperazione vuol dire sviluppare
un’idea di pacifismo.
Non va sottovalutata la ginnastica dinamica militare che è una vera e propria disciplina che
porta alla competizione.