
Gli effetti della lunga pandemia hanno aggravato la già critica situazione dei circoli ricreativi e culturali, laici e non, che operano nelle nostre comunità compromettendone la sopravvivenza. Essi hanno svolto un ruolo prezioso di socializzazione e di partecipazione incidendo sugli usi e costumi della nostra convivenza civile. Sono stati, inoltre, una componente determinante per l’esercizio della democrazia dopo la tragica esperienza fascista. La loro ricca storia non può costituire oggi motivo di nostalgia, ne’ tanto meno memoria da dimenticare, ma deve costituire una leva per disegnare un percorso nuovo, capace di interpretare i cambiamenti sociali e politici reagendo a chi semina disorientamento, falsità, paura per essere libero di governare e conservare privilegi ed ingiustizie. I circoli sono e restano fondamentali per creare e condividere una democrazia matura che ponga l’uomo al centro dell’attenzione collettiva perseguendo uguaglianza, giustizia , solidarietà.
Non ci sfugge la difficoltà del problema, ma per nostra natura rifiutiamo l’indifferenza; vogliamo osare, e batterci per impedire l’impoverimento e il degrado delle nostre periferie urbane private di centri di promozione sociale della “comunità educante”, un danno devastante che dobbiamo evitare. Dobbiamo sentirci impegnati ad approfondire conoscenze, riflettere e studiare, “abbiamo bisogno di tutta la nostra intelligenza”, di scoprire e innovare percorsi aderenti ai bisogni e alle aspirazioni dei cittadini delle nostre comunità sociali. Dicevamo impegni non facili, ma che hanno il fascino dell’avventura e della creatività propria della saggezza popolare.
Certo, non è possibile proporre una risposta unica ai problemi dei circoli data anche la loro specifica identità, ma è necessario che ognuno sia funzionale ed utile ai bisogni dei cittadini e all’ambiente nel quale opera.

Così caratterizzati, i circoli svolgono una funzione fondamentale come centri di formazione permanente della comunità educante e come palestra di esercizio della democrazia. Sarebbe un’iniziativa lungimirante se si provvedesse a stabilire, con opportuni atti normativi o amministrativi, il diritto anche per i circoli di ricevere sostegni pubblici per il servizio che fin dalla loro nascita hanno reso alla collettività e alla vita democratica del nostro paese. Provvedimento normativo che può essere previsto a livello nazionale, regionale e comunale a seconda delle competenze. Il Centro Marcello Trentanove, già da tempo è impegnato in un confronto serrato per esaminare la situazione critica dei circoli e per esercitare una azione atta ad evitarne la scomparsa culturale e sociale. La pandemia ha solo aggravato una patologia in atto da molto tempo. Siamo consapevoli che senza una crescita culturale e organizzativa difficilmente potremo far fronte alle problematiche del futuro; ambiente, scuola, convivenza civile. Abbiamo attivato collaborazioni con esperti universitari, sociologi, pedagogisti, psicologi, amministratori istituzionali, dirigenti dei circoli, gruppi culturali, riscontrando disponibilità e preoccupazioni politiche condivise. I circoli hanno cercato in vari modi di evitare la chiusura chiedendo provvedimenti d’emergenza che rappresentano un primo urgente e necessario atto di solidarietà, in assenza di un progetto a più lungo termine. Col permanere della situazione che peggiorava col passare dei mesi, anche la riflessione si è fatta più stringente, passando dalla discussione del problema a quella della ricerca, ripensando il futuro dei circoli, della loro funzione e immaginando le soluzioni da adottare. La generosità delle persone semplici non si smentisce neppure in questi frangenti e la volontà di resistere emerge con forza e tanta passione. Riappropriarci della volontà ed del desiderio dei primi nuclei della Resistenza, dell’operaio insieme al docente universitario, del falegname insieme all’ingegnere, tra i quali il divario del sapere era grande, ma la coscienza del riscatto e della nuova costruzione era molto più grande delle differenze. Auspichiamo una coralità di apporti solidali, un concorso di volontà, non solo per un reale sostegno ai circoli che hanno coltivato negli anni quegli ideali comuni, ma per essere in grado di avere punti e momenti di partecipazione per le grandi sfide che ci attendono: cambiamenti climatici, disuguaglianze profonde e precarietà del lavoro Non è più rinviabile la transizione ecologica; processi complessi, dicevamo, ma che non possiamo lasciare in gestione ai gruppi oligarchici del potere politico e finanziario. Sappiamo bene quanto una democrazia matura non può rinunciare a luoghi di partecipazione e informazione. I cittadini esercitano la forza e la capacità di interagire anche senza frequentare i luoghi istituzionali delegati alle scelte di governo. Forse può apparire ingenuo sottolineare che quelli che hanno tanto potere sono una piccolissima parte rispetto alla popolazione del mondo. Quindi il destino è anche nelle nostre mani e nella determinazione di farsi valere e non subire. IL Centro M. Trentanove si sente impegnato nel favorire un processo all’interno del circoli, di dialogo e riflessione per ricostruire il senso dell’aspirazione comune. L’idea iniziale, forse precaria ma forte, è quella di interrogarsi sui rapporti fra generazioni, capire e con coraggio indagare su quello che lasciamo ai figli. partendo dai fondamentii sui quali costruire insieme il futuro ambiente, scuola e convivenza civile. Il compito del “Centro studi” sarà quello di accorciare le distanze fra territorio, inteso nel suo complesso, e scuola, intesa come luogo dove si apprendono i saperi e si creano soluzioni.
Vasco Tacconi