
Una sera al termine di una delle nostre conversazioni on-line del Centro Studi Marcello Trentanove qualcuno pone il problema delle difficoltà di riapertura dei circoli dopo la pandemia. E come accade spesso, ciascuno porta le sue osservazioni. La domanda che ci fa tremare le vene ai polsi è: “se da domani i nostri circoli non esistessero più come cambierebbe la vita di relazione nelle nostre comunità?”
Prende forma quindi la voglia di approfondire l’argomento in una successiva seduta che ci trova puntualmente presenti.
Vengo incaricato di contattare alcuni presidenti dei circoli dell’area Bagno a Ripoli-Firenze Sud. Ne contatto 15 che aderiscono tutti e tra qualche sorpresa per la telefonata e un rapido scambio di opinioni viene fuori un discreto e concreto interesse per approfondire “come ripartire” dopo il COVID19.
Dalle prime discussioni nel centro studi si delinea di impostare un lavoro non per sostituirci ai gruppi dirigenti ma per lavorare con i gruppi dirigenti individuando nell’ ARCI e nelle ACLI le associazioni a cui offrire collaborazione intanto nel livello provinciale.
Indubbiamente diverse sono le considerazioni e le domande che ci poniamo subito:
la crisi dei circoli, il rinnovamento della classe dirigente e di come aggiornare la loro presenza nella comunità è un problema non di oggi. Sicuramente la pandemia lo ha violentemente aggravato e impone una riflessione globale molto approfondita e senza sconti.
Il covid-19 fa emergere un grande bisogno di socialità e ci impone di non piangersi addosso, richiede apertura mentale, sforzo organizzativo, lavoro di squadra.
Da un primo incontro convocato dal Centro Studi Marcello Trentanove, rigorosamente on-line, tra i presidenti dei circoli (tutti presenti) e i responsabili provinciali dell’ ACLI Francesco Prenestio e dell’ARCI Jacopo Forconi, tutti gli attori in campo sentiamo la responsabilità storica del momento, comprendiamo che il rischio di non riaprire può essere dietro l’angolo e che quindi la posta in gioco è altissima.
Da tutti gli interventi, che sono numerosi, si percepisce che i circoli servono ancora, anzi servono più di prima, ma necessitano, nella gestione, di uno scatto di fantasia, di creatività, di innovazione nell’ambito di un lavoro di gruppo all’interno di ogni circolo e di scambio di esperienze tra più circoli.
Tanti sono i temi che possono essere trattati e selezionati tra un circolo ed un altro. Dipende dalle sensibilità dei gruppi dirigenti, dei frequentatori e dei gruppi anche autonomi che all’interno hanno degli interessi sociali, culturali ricreativi da approfondire, da praticare.
Molte sono quindi le considerazioni dopo questo primo incontro. Ci sentiamo di segnalarne alcune non per ordine di importanza.

Il rapporto intergenerazionale giovani–anziani: spesso problematico va affrontato con un confronto difficile ma schietto e reciprocamente comprensivo. Come si realizza la transizione? A nostro avviso con un assunto: gli anziani sono importanti e, se lungimiranti, trasferiscono memoria, esperienze e favoriscono il passaggio con intelligenza e generosità.
Inoltre in questa particolare fase storica i giovani raramente entrano a far parte del gruppo dirigente del circolo magari preferiscono dare la loro disponibilità ad iniziative con prevalente carattere di discontinuità negli spazi più autonomi ed autogestiti (musica, lettura, spazi social, giochi ecc.)
Partire da un’analisi sui bisogni del quartiere o frazione in cui è immerso il circolo con la capacità di integrare e costruire progetti che quel territorio scopre essere utili per la crescita della comunità. Le risorse a cui attingere sono quelle dei cittadini con le rispettive professionalità, interessi, hobby. Un occhio particolare va dedicato alla scuola e alle forme di collaborazione tra questa ed il territorio, per esempio sulla storia, sull’evoluzione del quartiere che l’ha accolta.
Riflettere sulla riorganizzazione degli spazi del circolo in relazione alleistanze di un territorio e motivare i soci e i cittadini a costruire nuove pagine della storia del Circolo. Quindi non ripartire come prima ma essere aperti a ridefinire gli spazi a volte riducendone le dimensioni, facendone un uso flessibile, con forme di autogestione, valorizzando quelli all’aperto sempre più significativi soprattutto dopo l’esperienza del Covid19.
Avere la capacità di coinvolgere i cittadini ed altri soggetti delle varie fasce di età in un progetto collettivo che può intercettare un concreto supporto non necessariamente economico ma di riconoscimento sociale dalle istituzioni locali, regionali e nazionali di carattere formativo, culturale, civico.
Circolo quindi come luogo di ritrovo, base per una nuova cittadinanza attiva.
Affrontare i problemi quotidiani in un contesto intergenerazionale e solidale per confrontarsi con le continue novità della vita, della ricerca scientifica e sociale, delle tecnologie!
Per dare speranza, attraverso il confronto la partecipazione, la fantasia e lo scambio di esperienze e competenze, ad un processo di “formazione permanente”!
Ricercare sinergie tra i vari circoli per ottimizzare le risorse, scambiarsi esperienze in modo da evitare duplicazioni e invece consentire la condivisione con altri circoli. Oggi questo processo è reso più praticabile grazie alle nuove tecnologie di comunicazione. Ciò consentirebbe di migliorare la qualità dei risultati ed estenderne la diffusione. Insomma “circoli in rete” e costruzione di spazi fisici e di pensiero indipendentemente dalle loro dimensioni ma in base alla qualità delle loro idee!!
In alcuni interventi è stata segnalata la scarsa presenza e l’insufficiente sostegno soprattutto delle forze politiche e un po’ anche delle istituzioni di fronte a un rischio molto alto di vedere ridotta la vita di relazione nelle nostre comunità.
L’agire della politica oggi è sempre più limitato alle schermaglie quotidiane tanto per comparire sui Social, più che ad affrontate temi complessi che necessitano di un approccio di più lunga visione.
Anche le misure adottate da alcune istituzioni sono apparse discontinue non chiare e poco condivise con i circoli nonostante la consapevolezza della difficoltà del momento.
Dopo questo primo stimolante contatto ricco di considerazioni nasce nel Centro Studi il bisogno di approfondire alcuni temi: quello sull’adolescenza e sui giovani e quello sui cambiamenti sociologici e sull’impatto e gli effetti che la pandemia avrà sulle nostre comunità.
Partiamo da un dato che ha caratterizzato da oltre 10 anni un ampio territorio che coinvolge i comuni di Bagno a Ripoli e del Chianti e da poco tempo anche il quartiere 3 di Firenze (Sorgane, Gavinana): l’esperienza degli “operatori di strada” un servizio istituzionale a bassa soglia, gestito dalla cooperativa sociale Coop 21 i cui operatori incontrano i ragazzi, si confrontano con le loro esperienze e talvolta mediano nelle relazioni tra adulti e giovani. L’incontro informale con la responsabile di questo servizio Valentina Sani è istruttivo e ci fa intravedere una possibile azione futura coinvolgendo e collaborando con le Amministrazioni Comunali che hanno istituito il servizio.
Altra collaborazione molto stimolante ci viene da una cara amica Franca Alacevich cittadina di Bagno a Ripoli, particolarmente sensibile ed attenta a queste tematiche che ha trattato con fantasia, intelligenza e tenacia durante la sua lunga attività professionale come sociologa presso l’Università degli Studi di Firenze e con all’attivo molte esperienze e pubblicazioni su prestigiose riviste.
La conclusione di una prima riflessione su un tema che la pandemia ha pesantemente aggravato e reso di difficilissima soluzione l’abbiamo ricercata chiamando al tavolo i due presidenti nazionali delle ACLI Emiliano Manfredonia e dell’ARCI Francesca Chiavacci e successivamente incontrando l’Assessora della Regione Toscana alle politiche sociali, servizio civile regionale, terzo settore Serena Spinelli.
In questi utili incontri abbiamo appreso quanto sia urgente rinnovarsi e quanto sia viva la passione a voler offrire un servizio culturale e sociale per rispondere alle sfide del prossimo futuro!!!
I circoli che hanno partecipato agli incontri sono stati:
Circolo Vie Nuove, Casa del Popolo di Grassina, Circolo l’Unione di Ponte a Ema, Acli di Grassina, Acli Ponte a Ema, Circolo l’Affratellamento, parrocchia Ricorboli, Circolo Ricreativo e Culturale di Antella, Società di Mutuo Soccorso di Bagno a Ripoli, Circolo di Osteria Nuova, Circolo di Villamagna, Circolo Le case di San Romolo, circolo La Fonte, Casa del popolo di Osteria Nuova, Circolo parrocchiale di Badia a Ripoli.
Luciano Bartolini